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La nave di Marausa

E’ stata presentata la nuova musealizzazione della nave tardo romana di Marausa nel corso di una conferenza al Museo regionale Lilibeo di Marsala. Sono intervenuti, il Direttore del Museo Enrico Caruso, il Soprintendente di Trapani Paola Misuraca, il Soprintendente del Mare Sebastiano Tusa e il Sindaco di Marsala Alberto Di Girolamo. Su segnalazione dei subacquei trapanesi Antonio Di Bono e Dario D’Amico, nel 1999 era stato rinvenuto il relitto di una nave oneraria tardo romana nei fondali del lido di Marausa, in territorio di Trapani. Con molta probabilità, nel tentativo di raggiungere l’emporio di Marausa, l’imbarcazione è stata colta da un violento nubifragio e dato il notevole carico anforaceo, si è posta su un fianco ed è affondata a meno di 150 metri dalla costa. Il relitto, nascosto per diciassette secoli a pochi metri dalla spiaggia, è stato protetto da una fittissima coltre di matta, costituita da posidonia e una componente di silt argillo-sabbioso sottilissimo, che ha formato un ambiente anaerobico che non ha consentito il degrado dei legni. L’individuazione è stata possibile anche grazie alla costruzione di un molo che dalla costa si protraeva verso mare e che ha alterato l’equilibrio delle correnti marine creando dei vortici escavatori. Il relitto è stato datato alla metà del III secolo d.C. grazie alla correlazione fra i dati forniti dai reperti anforacei e le informazioni numismatiche fornite dalle cinque monete rinvenute, quattro in bronzo ed una in argento, e confermate dalle datazioni delle analisi al carbonio 14.




La Soprintendenza del Mare tra il 2000 e il 2001 ha redatto un progetto per lo scavo, recupero e trattamento conservativo del relitto che è stato finanziato con fondi del Gioco Lotto 2007-2009 dall’Assessorato Beni culturali e Identità siciliana. I lavori di scavo sono iniziati nel luglio 2010 con la ditta Atlantis soc.coop. di Monreale (PA), che ha asportato lo strato di matta soprastante e recuperato buona parte del carico anforaceo. I lavori sono stati continuati successivamente nel luglio 2011 dalla ditta “legni & segni della memoria” s.p.a. di Salerno, che ha provveduto al recupero dello scafo ed al restauro conservativo dei legni bagnati, grazie anche ad un successivo finanziamento. “La nave di Marausa contribuisce ad approfondire le conoscenze sulle intense relazioni commerciali tra la Sicilia e l'Africa settentrionale in epoca tardo romana offrendoci un quadro di integrazione economica soprattutto nell'ambito della produzione agricola” dichiara il Soprintendente Sebastiano Tusa. “L'arrivo dello scafo al Museo di Baglio Anselmi a Marsala costituisce motivo di grande soddisfazione poiché tappa fondamentale in vista dell'imminente esposizione al pubblico dei resti della nave e di un apparato didattico che ne spiegherà caratteristiche e storia. La Soprintendenza del Mare, dopo aver raggiunto l'obiettivo di esporre al pubblico, in collaborazione con la Soprintendenza di Trapani, i rostri della Battaglia delle Egadi presso l'ex Stabilimento Florio di Favignana, si accinge a centrarne un altro con l'esposizione della nave di Marausa in collaborazione con il Museo di Baglio Anselmi di Marsala."




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